Melina Ascione

 
Melina Ascione

nato nel 1945
Albano

13 Racconti

5.5 min
Melina sentiva sempre raccontare dalla madre un episodio. Ancora prima che l’Italia firmasse l’armistizio e i tedeschi erano nostri alleati, la madre era con la sorella e altri amici nel cortile della casa. Uno dei ragazzi lanciò un insulto in tedesco ad una camionetta che passava. I tedeschi scesero subito con aria minacciosa e colpendo i ragazzi alle gambe con dei frustini. La nonna riuscì a sciogliere la situazione prendendo a ceffoni le figlie per convincere i tedeschi che avevano ragione. Dopo l’armistizio, al porto di Napoli c’era stato un attentato e un marinaio spaventato aveva cominciato a correre. I tedeschi lo hanno catturato pensando fosse lui il responsabile e portato davanti all’Università di Napoli e fucilato davanti alla gente costretta ad applaudire. Del dopoguerra Melina ricorda donne con le teste rapate e tanti bambini neri anche a Ercolano. Già a Napoli, con l’arrivo degli americani, vedere persone di un altro colore per Melina bambina era normale.
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2.4 min
Melina ci da la ricetta per i pomodori in bottiglia. Si sceglievano i pomodori migliori, si lavavano, si tagliavano in strisce sottili, si inserivano nelle bottiglie, le bottiglie si chiudevano coi tappi di sughero e poi si bollivano nei grandi fusti di benzina. Melina quando aveva i bambini piccoli, con lo stesso procedimento faceva anche i succhi di frutta.
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5.1 min
Il padre di Melina lavorava sui mercantili in porto, capitava che stesse fuori anche per giorni interi ma era un padre presente. Spesso portava i figli in gita dal nonno che abitava sulle pendici del Vesuvio dove la famiglia possedeva delle terre. Lì si poteva giocare liberamente. Era bello ma Melina non ci voleva mai andare perché bisognava camminare a piedi per molto tempo. Al ritorno li riaccompagnavano in calesse. E poi i parenti le sembrava che puzzassero: di pomodori, di terra, e pop camminavano a piedi scalzi. Insomma non le piacevano.
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9.9 min
Melina ha incontrato il suo futuro marito in topografia che era un collega di lavoro. Aveva diciassette anni e per scappare dalla famiglia si è sposata dopo appena due anni. E’ nata subito la prima figlia e Melina ha smesso di lavorare. Il matrimonio ha cominciato subito a traballare anche se poi sono nati atri due figli. Nello stesso tempo Melina ha cominciato a frequentare il Partito comunista e ad impegnarsi con grande passione. Erano gli anni in cui molti militanti uscivano dal Partito per aderire ai gruppi estremisti. Dopo un paio di anni Melina si è separata e ha ricominciato a lavorare. Dopo vari anni è riuscita a divorziare. Ha conosciuto il secondo marito e con lui ha avuto un’altra figlia. Ed è stato il vero matrimonio della sua vita. Una grande storia d’amore con un grande uomo che si è comportato come un padre anche con i primi tre figli di Melina,senza mai fare differenze con l’ultima figlia e unica ad avere avuto con Melina.
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4.8 min
Melina ricorda che la scuola privata era tremenda: bacchettate, frustini… Alle elementari si pretendeva le date degli eventi storici e se si sbagliava erano bacchettate. Melina la scuola pubblica se la sognava. Avrebbe voluto fare il medico ma ha finito per odiare la scuola. Ricorda che alle elementari aveva fatto un disegnino ingenuo con il nome della maestra; lo hanno trovato e la punizione fu trascinarla per i capelli fuori in cortile dove le diede un sacco di botte. E Melina decise che fatta la quinta non sarebbe andata più a scuola.
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2.3 min
Il vestito lo avevano ricavato dalla sottoveste in taftà del vestito da sposa della zia. All’epoca si facevano comunione e cresima insieme. Il pranzo fu fatto a casa dei padrini che erano amici della madre. Con grande tristezza a Melina a pranzo fu tolto il vestito per evitare che si sporcasse ma lei ha tanto protestato che glielo hanno fatto indossare di nuovo. A seguire la visita ai parenti stretti e poiché una delle zie gestiva il cinema di Ercolano, quel pomeriggio Melina ebbe in regalo il film senza pagare il biglietto.
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8.0 min
Melina racconta del marito Giorgio. Era rimasto orfano del padre che era sottoufficiale dell’aeronautica ed era morto tornando da una missione dall’Africa. Giorgio aveva nove anni e andò nel collegio militare. Si può dire che ha fatto il militare fin da bambino. Da una famiglia felice di ceto medio-alto, Giorgio è diventato un orfano. Del collegio Giorgio raccontava le regole ferree e i tempi sempre gli stessi, scanditi. Tornava a casa solo per le feste di Natale, Pasqua e quelle estive. Non aveva rapporti con i fratelli che erano in altri collegi. Scarsi rapporti anche con la madre che a volte non sapeva nemmeno dove i figli venivano trasferiti. A diciannove anni è diventato sottotenente. E’ stato comandante a Orte e a Firenze. E’ andato in pensione col grado di generale.
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8.0 min
Melina racconta del marito Giorgio. Era rimasto orfano del padre che era sottoufficiale dell’aeronautica ed era morto tornando da una missione dall’Africa. Giorgio aveva nove anni e andò nel collegio militare. Si può dire che ha fatto il militare fin da bambino. Da una famiglia felice di ceto medio-alto, Giorgio è diventato un orfano. Del collegio Giorgio raccontava le regole ferree e i tempi sempre gli stessi, scanditi. Tornava a casa solo per le feste di Natale, Pasqua e quelle estive. Non aveva rapporti con i fratelli che erano in altri collegi. Scarsi rapporti anche con la madre che a volte non sapeva nemmeno dove i figli venivano trasferiti. A diciannove anni è diventato sottotenente. E’ stato comandante a Orte e a Firenze. E’ andato in pensione col grado di generale.
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4.8 min
Melina a tredici anni è andata ad imparare a cucire presso una sartoria; la sartoria era a Napoli e Melina ci andava con il tram. Dopo anni è andata a lavorare in tipografia dove si facevano quaderni e registri.
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4.6 min
Melina partecipava a tutte le lotte che incontrava: tipografi, muratori, operai delle industrie. E si ricorda le botte. All’epoca il sindacato era molto più presente. Ma già la famiglia, soprattutto la madre, nonostante fosse di classe media, era comunista. Melina ricorda gli altoparlanti per i comizi legati sul balcone di casa, quello che guardava sulla piazza. E ricorda anche gli squilli di tromba delle cariche della polizia alle manifestazioni. Melina ha frequentato il Partito comunista E meno i collettivi femministi.
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