Alfredo Rinaldi

 
Alfredo  Rinaldi

nato nel 1928
Anzio

9 Racconti

3.4 min
Quando sono arrivati gli americani Alfredo aveva sedici anni ed era sfollato a Roma. Andò a cercarli per chiedere se potevano portarlo ad Anzio, che gli americani pronunciavano "Enzio". Trovò un passaggio su un camion diretto alle retrovie e arrivò ad Anzio che si era fatta già notte.
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3.4 min
Nel 1950 Alfredo aveva finito il servizio al cimitero americano quando ebbe la chiamata nell’esercito: non aveva espletato il servizio militare per l’esercito italiano e fece un anno di servizio a Pinerolo. Le differenze le sente tutte e solo per dirne una, ad Arlington, al cimitero degli eroi, è stato piantato un albero che ricordi il figlio di Alfredo, morto purtroppo sei anni fa.
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3.7 min
Gli avevano chiesto di andare in America e Alfredo ha cominciato a viaggiare verso gli Stati Uniti all’inizio degli anni 80. Da allora ogni anno va al raduno dei veterani di Anzio che si svolge ogni anno in una città diversa. Ha conosciuto politici e generali ed è stato ricevuto anche da Gorge Bush, come un capo di stato, dice Alfredo. E’ grato e ammirato da sempre, per quello che ha ricevuto e per come è stato sempre trattato.
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2.2 min
L’esercito americano passava in Francia e Alfredo non poteva seguirli. Lo riaccompagnarono ad Anzio e immediatamente venne impiegato all’allestimento del cimitero americano: girava per tutto il Lazio a individuare i caduti americani per dare loro sepoltura.
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4.1 min
Il 5 giugno Alfredo con gli americani è entrato a Roma e anche lui ha distribuito sigarette e generi alimentari. Poi, anziché tornare in famiglia, ha deciso di restare con gli americani perché nonostante la guerra, era davvero una bella avventura. Prima a Civitavecchia, poi a Grosseto, poi a Piombino, poi a Livorno: seguivano il fronte che avanzava e Alfredo dava una mano a riparare i camion militari e poiché aveva già sedici anni, a Livorno ebbe la patente militare di guida e un piccolo stipendio. Era americano a tutti gli effetti. L’esercito americano era rifornito di tutto, anche dei generi superflui, pietrine per gli accendini, croccantini con lo zucchero e le mandorle…
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2.2 min
Alfredo assisteva alle operazioni di scarico dei rifornimenti: scaricavano di tutto, dai sacchi di zucchero alle munizioni. Comunque girare per Anzio era pericoloso perchè c’era il cannone tedesco che continuava a sparare da Velletri.
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1.1 min
A Roma il pane era razionato, ognuno aveva diritto ad una ciriolina al giorno. Alfredo aveva trovato lavoro da un fornaio ma durò poco perché nella notte si mangiava sei sette ciriole e il proprietario lo mandò via.
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3.7 min
Alfredo, dopo essersi svegliato alla stazione, si è incamminato verso il centro della città che era diventata black zone, dove i civili non potevano circolare. Un militare americano che parlava un po’ napoletano, gli disse che i cittadini di Anzio li avrebbe trovati a Nettuno. Dopo averci parlato, Alfredo sarebbe voluto tornare a Roma ma si rese subito conto che con gli americani sarebbe stato molto meglio. E così è rimasto.
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4.8 min
Alfredo quando sono sbarcati gli americani, era ragazzo e non gli sembrò vero di potersi aggregare all'esercito alleato. E finalmente risponde alla domanda che tutti, a meno che non siano storici, si fanno: da dove sono arrivati gli americani a Roma?. Chi dice dalla Casilina, che dalla Litoranea, chi dall'Appia... Ebbene, sono arrivati da tutte queste parti. Il punto di convergenza era Porta Maggiore per poi dirigersi al Vaticano e di lì a prendere l'Aurelia. Ma come mai un ragazzo si era aggregato all'esercito americano? Alfredo risponde subito, tranquillamente: per fame. Era il paradiso, poteva mangiare il pane bianco... poteva scegliere che tipo di cioccolata...
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