Oliverio Maria
nato nel 1930
Roma
6 Racconti
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La vita quotidiana
di/da Oliverio Maria | caricato 4832 giorni fa
Nonostante tutto Maria ricorda molte cose belle della sua infanzia. Ricorda la nonna con la quale aveva un bellissimo rapporto, ricorda le serate d’inverno con tutti i vicini intorno al fuoco quando i vecchi si inventavano le favole e i bambini stavano col fiato sospeso sgranocchiando una castagna. Ricorda che in estate andava a comprare dieci lire di neve che era come fosse il gelato: la neve veniva conservata dall’inverno precedente e in estate si offriva per rinfrescarsi, senza aggiungere nulla, forse solo qualche goccia di limone.
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Una ragazza coraggiosa
di/da Oliverio Maria | caricato 4832 giorni fa
Il fatto di essere stata separata dai genitori e soprattutto di non avere sorelle con cui giocare, aveva fatto di Maria una bambina molto triste ma nello stesso tempo l’ha resa una ragazza coraggiosa. Maria non ha mai accettato le condizioni di vita e le prospettive che il paese le offriva. Cita ad esempio la necessità del corredo da dare alle figlie: lei con quattro figlie femmine avrebbe passato la vita lavorando per i corredi. E non si è mai curata di quello che in paese si poteva dire di lei che andava da sola in Svizzera, da sola a Roma. Si definisce una persona dura ma al tempo stesso buona.
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A Roma
di/da Oliverio Maria | caricato 4832 giorni fa
Anche a Roma Maria c’è venuta prima da sola, per capire come potevano organizzarsi. Con una delle sorelle hanno preso in gestione una osteria a Centocelle e ha affittato una casa, sempre a Centocelle. L’osteria non è andata bene; Maria dice che per fare un mestiere bisogna conoscerlo e né lei né la sorella avevano esperienza ma non lo considera un fallimento, pensa all’osteria come ad un esperimento. Si è massa subito a lavorare come donna delle pulizie. Hanno abitato sempre a Centocelle fino a quando non hanno avuto la casa assegnata dal Comune a Spinaceto dove Maria vive tuttora.
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Il matrimonio di Maria
di/da Oliverio Maria | caricato 4832 giorni fa
Maria ha conosciuto il marito in chiesa, come succedeva spesso in paese. Sulle prime non voleva che lui andasse a casa a chiederla in moglie perché in definitiva quelli che lei chiamava mamma e papà erano solo gli zii. Ma lui ha insistito e alla fine, dopo tre anni, quando Maria ne aveva compiuto venti, si sono sposati. All’inizio sono andati in Trentino dove lui lavorava e dove Maria si è trovata molto bene. Poi si sono trasferiti in Svizzera dove Maria è andata per prima, chiamata da una amica per poi chiamare a sua volta il marito; ci sono rimasti poco tempo perché Maria, incinta della terza figlia, non se la sentiva di lasciare anche questa bambina alla madre in Calabria. Così sono venuti a Roma.
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La scuola
di/da Oliverio Maria | caricato 4832 giorni fa
A tutti i racconti della sua vita Maria fa una premessa: lei è stata come adottata dagli zii, il fratello del padre e la moglie, che non avevano figli. All’epoca si usava affidare un figlio al fratello o alla sorella sfortunati. Maria ha fatto fino alla quinta elementare. Ricorda che i maestri erano severi ma promuovevano tutti perché da una parte sapevano che la scuola per i bambini di paese era un fatto secondario, dall’altra perché la licenza elementare poteva servire per ottenere un posto di lavoro nel pubblico impiego. Maria non ha preso la licenza perché il giorno degli esami non si è presentata: aveva paura del maestro che era un manesco. Si pente adesso perché con la licenza anziché fare le pulizie dai privati avrebbe potuto, per esempio, fare la bidella in una scuola.
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La guerra
di/da Oliverio Maria | caricato 4832 giorni fa
In paese quando è scoppiata la guerra hanno suonato le campane e da quel momento tutti hanno saputo che bisognava stare attenti. Maria non ricorda grandi fatti d guerra quanto piuttosto la stranezza dei tedeschi che prendevano i fichi d’india con le mani. Quando poi c’è stato l’armistizio, i tedeschi ritirandosi hanno fatto saltare tutti i ponti e quello è stato un danno per il paese perché nessuno potè più andare nei campi, almeno fino a quando i ponti non sono stati ricostruiti alla fine della guerra. Anche allora sono suonate le campane per annunciare, stavolta, la pace.
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